Qualsiasi dispositivo installato a valle o a monte della stufa deve rispettare queste regole. Il filtro ad acqua si propone come "abbattitore di fumi" con uscita a parete, senza canna fumaria tradizionale, basato su filtraggio ad acqua. Tuttavia, esistono diverse aree critiche che mettono in dubbio la conformità del prodotto.
Motivi di dubbio sulla conformità
1) Scarico a parete invece che a tetto
La normativa italiana stabilisce che "i prodotti della combustione" di generatori devono essere scaricati mediante canna fumaria o camini che spesso devono sbucare sopra il colmo del tetto dell'edificio. Per esempio, secondo D.P.R. 412/1993 art. 5 comma 9, "Gli impianti termici installati successivamente al 31 agosto 2013 devono essere collegati ad appositi camini ... con sbocco sopra il tetto".
Il filtro ad acqua, sul sito del produttore, viene proposto proprio come dispositivo che permette l'uscita a parete senza canna fumaria tradizionale.
Se l'uscita a parete viene effettuata in luogo della canna tradizionale, senza una deroga espressa, c'è forte il rischio che l'impianto non rispetti i requisiti di scarico "sopra il tetto".
2) Questioni sulla qualificazione dell'impianto
Molte norme fanno riferimento a "impianti termici" o generatori di calore con determinate caratteristiche. Il produttore stesso riconosce che per le stufe a pellet esistono interpretazioni diverse riguardo cui norme applicare.
Ad esempio, la norma tecnica UNI 10683/2012, indicata come guida per installazione di stufe a biomassa, è di natura volontaria e non sempre richiamata espressamente da leggi.
Questa situazione crea incertezza: se l'impianto non rientra formalmente nel campo di applicazione, la dichiarazione di conformità potrebbe risultare inefficace o contestabile.
3) Sostituzione della canna fumaria tradizionale
Il filtro ad acqua viene promosso come sistema che "sostituisce" la canna fumaria tradizionale, permettendo stufe senza canna fumaria.
Questo cambiamento è davvero significativo: la normativa che disciplina lo scarico fumi presume che la canna, il camino, o comunque un sistema omologato sia presente. L'idea che un "filtro ad acqua" possa sostituire integralmente quel sistema è assai controversa, perché:
- Non è chiaro che il dispositivo sia riconosciuto come alternativa omologata (in tutti i casi) al camino.
- Le norme di buon funzionamento della stufa prevedono tiraggio, altezza, condizioni termiche e pressioni che la canna garantisce; un filtro potrebbe alterare queste condizioni.
4) Dichiarazioni del produttore vs normativa
Il sito del produttore afferma che il filtro ad acqua è "a norma" e compatibile con uscita a parete, in base alle "deroghe" del DPR 412/93.
Ma queste affermazioni vanno verificate:
- Le deroghe per scarico a parete non sono automatiche e sono previste solo per casi ben specifici (impianti sostituiti, installazioni esistenti etc.).
- Non si trova pubblicamente un chiaro documento che attesti che ogni installazione con filtro ad acqua rientri in tali deroga o sia stata dichiarata "impianto termico" ai sensi della legge.
- Il produttore stesso ammette che la norma UNI 10683 è volontaria e che l'uscita a parete "non è vietata se tecnicamente motivata".
5) Verifica del rendimento e della sicurezza
Il filtro dichiara una riduzione notevole delle emissioni (PM, NOx, CO) fino a 90% circa.
Anche se ciò può essere positivo, i dubbi sono:
- Il dispositivo non modifica la certificazione ambientale della stufa stessa: "Il filtro NON influisce sul rendimento del generatore".
- La presenza di un filtro non solleva dall'obbligo di garantire tiraggio, evacuazione fumi, controlli di sicurezza (come il debimetro etc.). Se questi elementi non sono verificati, l'installazione può risultare non sicura o non a norma.
6) Responsabilità in caso di controllo
Nel caso di un controllo da parte della ASL, Vigili del Fuoco o ente locale, l'installazione con uscita a parete (nel dubbio se le condizioni di deroga sono state rispettate) potrebbe essere contestata. L'utente/installer assume un rischio: se l'impianto non risulta conforme, si possono avere sanzioni, obblighi di adeguamento o addirittura blocco dell'uso.
Conclusione
In sintesi: non si può affermare in modo netto che il filtro ad acqua sia sempre "a norma". Ci sono troppe variabili, troppe condizioni da valutare caso per caso: potenza della stufa, presenza di canna fumaria, edificio, regolamenti condominiali, presenza delle prescritte distanze, verifiche tecniche, dichiarazioni di conformità.
Se fossi in te consiglio di:
- Verificare con un tecnico abilitato che l'installazione del filtro + stufa rispetti tutte le norme locali (regolamenti comunali, regolamento condominiale, normative sull'impianto termico)
- Verificare che la deroga per uscita a parete sia effettivamente applicabile nel caso specifico
- Richiedere la dichiarazione di conformità rilasciata da chi ha eseguito l'installazione
- Verificare che la stufa sia certificata, e che l'intervento del filtro sia compatibile con la garanzia e con le normative di sicurezza


















Commenti (0)