In questa pagina cercheremo di fornire tutte le informazioni riguardanti la canna fumaria per lo scarico fumi della stufa a pellet, uno dei generatori di calori più utilizzati in Italia negli ultimi 20 anni per il riscaldamento della casa. La normativa, così come le tecniche di installazione, montaggio, manutenzione e certificazione, si sono infatti evolute nel tempo, tanto da generare in molti casi una sorta di confusione nei consumatori, spesso poco informati sull'argomento.
TUBI CANNE FUMARIE PER GENERATORI A BIOMASSA
Le canne fumarie che servono generatori (stufe, camini, caldaie o forni) alimentati con biomasse combustibili (il pellet e la legna), vengono realizzate esclusivamente con materiali a marchio CE, classificati nella categoria A1 in base alla norma UNI EN 13501.
L’interno della canna fumaria deve essere coibentato e facilmente accessibile per effettuare controlli, ispezioni e regolari operazioni di pulizia. Il percorso dei condotti fumari non deve attraversare spazi in cui vi siano rischi di incendio, ambienti dove non è consentita l’installazione di stufe e bruciatori (ad esempio le camere da letto) e passaggi dove non sia possibile provvedere ad una corretta ispezione. La legge vieta anche che le canne fumarie per le stufe alimentate a legna e a pellet siano utilizzate per convogliare i fumi provenienti da più apparecchi o utilizzate in condivisione.
INSTALLAZIONE STUFE A PELLET
Prima di installare una stufa a pellet a casa tua, nel tuo studio o nel tuo negozio, la normativa impone un’attività preliminare di verifica in cui devono essere valutate le condizioni del locale, del sistema di scarico dei fumi e delle prese d’aria esterna. Non tutti i vani sono idonei ad ospitare una stufa a pellet. L’istallazione è vietata, ad esempio, in locali di dimensioni inferiori ai 15 metri cubi, anche se i produttori di stufe dà normalmente delle indicazioni sulle cubature ammissibili in base all’apparecchio Non è possibile mettere una stufa a pellet nemmeno in un locale a rischio di incendio come un garage o un box, ed in locali in cui ci siano degli apparecchi a combustibile liquido che prelevano aria o apparecchi a gas per riscaldamento, anche in ambienti comunicanti. Le stufe a pellet sono vietate anche nei monolocali, nelle camere da letto o nei bagni a meno che siano stagne o a focolare chiuso con prelievo di aria combustibile dall’esterno. Sempre in fase di valutazione per l’installazione della stufa a pellet, occorre tenere conto delle distanze minime dalle pareti infiammabili, riportate sulla scheda del prodotto.
SCARICO FUMI DELLA STUFA A PELLET
Altra importante verifica da fare prima di installare una stufa a pellet, quella che riguarda lo scarico dei fumi. In particolare, il controllo deve riguardare: la dichiarazione di conformità rilasciata dall’operatore abilitato; la placca del camino; l’assenza di qualsiasi elemento in grado di ostruire lo scarico dei fumi; la presenza di un comignolo idoneo all’evacuazione dei fumi; la distanza tra la canna fumaria ed un materiale combustibile; il materiale ed il tipo di canna fumaria; l'assenza di altri apparecchi collegati alla stessa canna fumaria. Molto importante è anche la presenza di prese d’aria esterne che devono essere obbligatoriamente messe nel locale in cui verrà installata la stufa oppure in un locale adiacente purché sia sempre comunicante con l’esterno.
NORMATIVA CANNA FUMARIA E STUFE A PELLET
Una precisazione: quando si parla di canna fumaria non ci si riferisce a un unico elemento, in quanto non è un tubo unico a espletare la funzione di scarico fumi. Abbiamo infatti tre elementi da tenere in considerazione: il canale da fumo, cioè la parte che collega la stufa al canino; il camino vero e proprio; il comignolo. La normativa in materia fa riferimento ad un decreto legislativo del 2016 che stabilisce quali sono le biomasse combustibili (come il pellet, appunto) e a diverse norme UNI che definiscono le caratteristiche delle canne fumarie e dei sistemi di evacuazione dei fumi. Secondo queste normative, i materiali utilizzati per la fabbricazione delle canne fumarie (intese come l’insieme dei tre elementi sopra citati) devono essere di classe A1 (non combustibili) e riportare il marchio CE. Il canale da fumo non può essere realizzato in materiale corrugato flessibile. Deve essere coibentato e consentire il recupero della fuliggine. In altre parole, deve essere accessibile per la pulizia e per eventuali ispezioni. Non deve attraversare locali a rischio di incendio in cui sia vietata l’installazione di apparecchiature a combustione. Il camino per lo scarico dei fumi deve obbligatoriamente: seguire un percorso verticale con deviazioni non superiori ai 45°; avere una sezione interna circolare con raggio di oltre 20 millimetri oppure rettangolare con angoli arrotondati. In quest’ultimo caso, il rapporto tra i lati non deve essere superiore a 1,5; separato da materiali combustibili o infiammabili tramite un’intercapedine d’aria o elementi di isolamento termico. Inoltre, il camino deve ricevere lo scarico solo dal canale da fumo e non da canne fumarie collettive o da altri apparecchi. Tuttavia, è consentito il passaggio di un cavedio di altri camini.
STRUTTURA CANNA FUMARIA PER STUFE A PELLET
Generalmente, le canne fumarie devono essere preferibilmente a sezione circolare, sono comunque ammesse anche strutture quadrangolari ma con angoli interni arrotondati e con un rapporto preciso tra le misure dei lati. Il percorso deve essere quasi totalmente verticale, con un massimo di due angolazioni di 45 gradi. Per quanto riguarda le dimensioni della canna fumaria della stufa a pellet, queste vengono stabilite in base al tipo di dispositivo riscaldante e al combustibile utilizzato, effettuando un calcolo specifico che consente di ottenere un adeguato sistema di scarico dei fumi e di ventilazione.
CORRETTO FUNZIONAMENTO SCARICO FUMI
Perché funzionino correttamente, le canne fumarie per stufe a pellet devono essere installate e dimensionate correttamente, in maniera tale da garantire un perfetto tiraggio e il corretto smaltimento dei fumi di combustione. Gli elementi da prendere in considerazione per la realizzazione di una canna fumaria che sia in regola con le norme legislative, sicura e ben funzionante sono: l’altezza della canna fumaria stessa, che amplifica il tiraggio naturale; la temperatura dei fumi di combustione; l’isolamento termico, per evitare che la temperatura all’interno del condotto sia troppo bassa e possa provocare la formazione di condensa; la presenza di punti di difficile passaggio, come le curve, gli angoli e i cambi di direzione del condotto.
DOCUMENTAZIONE STUFA A PELLET E CANNE FUMARIE
L'installatore deve rilasciare alcune documenti e certificazioni, in particolare: la dichiarazione di conformità e gli allegati; i manuali di uso e di manutenzione del fabbricante della stufa; le istruzioni sulla manutenzione e la frequenza con cui viene eseguita (deve essere riportata sulla dichiarazione di conformità sempre dal professionista abilitato); il libretto dell’impianto richiesto dalla legge con le eventuali regolamentazioni regionali; copia fotografica della placca camino.
CANNA FUMARIA PER STUFA A PELLET IN CONDOMINIO
Per chi abita all’interno di un condominio, e quindi in un immobile condiviso, è necessario attenersi rigorosamente al regolamento prima di installare una stufa a pellet con canna fumaria. In assenza di regolamento, e qualora la canna fumaria sia fissata al muro perimetrale dell’immobile, non è necessario che l’intervento venga preventivamente discusso in fase di assemblea condominiale. In genere, viene autorizzata l’installazione di una canna fumaria di diametro limitato, le cui spese e responsabilità sono totalmente a carico del proprietario. Inoltre, la stufa a pellet può essere installata solo all’ultimo piano di un condominio, al di sotto di un tetto praticabile destinato all’uso comune. La presenza della canna fumaria per la stufa a pellet in un condominio deve comunque rispettare, oltre alle norme di sicurezza, anche la proprietà privata di ognuno: è obbligatorio rispettare la distanza di legge dalle finestre degli altri abitanti, i fumi non devono assolutamente raggiungere le abitazioni situate nelle vicinanze ed è inoltre necessario rispettare l’equilibrio architettonico del condominio.
INCENTIVI FISCALI STUFE A PELLET E CANNE FUMARIE
Attenzione, se avete intenzione di comprare e installare una stufa a pellet con relativa canna fumaria, esistono due tipi di agevolazioni fiscali.
1) DETRAZIONE FISCALE AL 50%. La prima è riconducibile agli interventi di sostituzione o di nuova installazione di impianti di climatizzazione invernale dotati di generatori di calore alimentati da biomasse combustibili, una macro categoria che contiene stufe e caldaie a pellet. Possono accedere alla detrazione fiscale del 50% tutti quei contribuenti che effettuano spese di riqualificazione energetica, in possesso di un diritto reale (come la proprietà) sulle unità immobiliari in cui vengono effettuati gli interventi. I quali, ben inteso, devono essere “esistenti”, ovvero accatastati o con richiesta di accatastamento in corso, e in regola con il pagamento di eventuali tributi. In seguito alle più recenti modifiche normative, rammentiamo come in luogo della detrazione fiscale sulla propria dichiarazione dei redditi ai fini Irpef, sia possibile cedere il credito ai soggetti autorizzati. Per poter validamente usufruire del bonus non è necessario che l’intervento sia necessariamente configurabile come una nuova installazione nell’unità immobiliare oggetto di azione, potendosi infatti ammettere a beneficio anche l’operazione di sostituzione parziale o totale di un vecchio generatore termico.
2) CONTO TERMICO. Un’altra opzione è rappresentata dalla possibilità di accedere al Conto Termico 2.0, che per i privati incentiva gli impianti di climatizzazione invernali da fonti rinnovabili generatori ad alta efficienza energetica alimentati da fonti rinnovabili, tra cui rientrano anche le stufe a pellet e a biomassa (il pellet è biomassa). Con questa soluzione lo stato erogherà un vero e proprio contributo in denaro in capo al beneficiario, entro 90 giorni per importi inferiori a 5.000 euro, o in due tranche (la prima entro 90 giorni, la seconda l’anno successivo) per importi superiori a 5.000 euro. Possono accedere al contributo tutti coloro che acquistano e installano un impianto che risponda agli standard qualitativi previsti dalla normativa, sia in termini di rendimento che di emissioni in atmosfera. Proprio per questo motivo è fondamentale condividere le prestazioni eco-energetiche della propria stufa a pellet con il fornitore dell’impianto.
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